SILK WAY RALLY 2019 – part 2
Dopo i primi cinque giorni di gara, al Silk Way Rally 2019, la classifica è piuttosto stabile; nella categoria auto, Nasser Al Attiyah praticamente corre da solo; mentre molto più interessante è la battaglia tra i camion, tra gli ssv ed anche tra le moto dove il campiont KTM Sam Sanderland amministra un breve vantaggio rispetto all’argentino Kevin Benavides. Ma andiamo con ordine, siamo ancora in Mongolia.
Tappa 6
La tappa del Silk Way Rally 2019 porta la colorata carovana di concorrenti da Mandalgovi a Dalanzadgad. La lunghezza della prova speciale è di 280km e con il trasferimento si raggiungono i 412km di paesaggi mozzafiato. La tappa subisce una modifica, infatti un tratto di percorso era stato danneggiato dalle forti piogge, perciò la tappa è stata divisa in due, così da avere sempre degli standard di sicurezza molto alti.
Gli equipaggi che hanno avuto dei problemi, per regolamento, possono saltare una tappa e riprendere il giorno successivo; pertanto basandosi su questa regola ,l’equipaggio cinese di Xian Wang che correva con un buggy SMG ed ha capottato nella tappa numero 5, questa tappa l’ha saltata. I meccanici possono lavorare sul mezzo per rimetterlo in pista.
Tappa 7
Un giorno molto particolare, infatti questa è stata una “tappa di riposo”, con un solo trasferimento e l’attraversamento del confine tra Mongolia e Cina. Da Dalanzadgad a Bayinbaolige tutti i partecipanti al Silk Way Rally percorrono 551km ed attraversano il confine. Un’esperienza davvero interessante ed intensa. Qui si è visto da vicino il grande lavoro realizzato dall’Organizzazione del Silk Way Rally; infatti le formalità doganali non sono state impegnative per gli equipaggi; ed è doveroso ricordare che il numero di persone in una gara di queste dimensioni è altissimo. Ogni team ha al seguito meccanici, autisti, tecnici. Non mancano poi fisioterapisti, medici, katering; perciò la mole di materiale che viene temporaneamente importata è veramente alta. Al confine poi si forma una carovana, tutti si allineano per i controlli; questi ultimi sono precisi ma rapidi e tutto risulta molto semplice, pur con le difficoltà linguistiche ed anche burocratiche. Infatti è obbligatorio per tutti farsi rilasciare la patente cinese, fatto questo che crea una certa ilarità, soprattutto pensando alla comprensione dei segnali stradali.
Tappa 8
E con l’arrivo in Cina cambia molto anche il paesaggio ed il tracciato di gara del Silk Way Rally. Un percorso davvero tosto quello da Bayinbaolige ad Alashan: 787km di roadbook con grande varietà di piste, dune e tanta sabbia. Questa, senza dubbio, era la tappa più lunga e la più impegnativa; infatti un primo tratto di dune alte ha messo a dura prova gli equipaggi con poca esperienza di guida. Poi ancora sabbia e piste all’interno di fiumi in secca hanno reso impegnativa la navigazione; per poi ritornare nella sabbia.
In classifica le cose cambiano abbastanza celermente; ma non nella categoria auto, dove continua il dominio incontrastato di Nasser Al Attiyah/ Mathieu Baumel e la loro Toyota Gazoo Racing. La situazione è totalmente diversa tra i camion, infatti il team bielorusso del Maz di Siarhey Viazovich ha battagliato duramente per tutta la gara per mantenere il predominio sui favoriti russi dei Kamaz. Ha avuto successo proprio sino a questa tappa, quando pochi km dopo la partenza ha ribaltato il camion nelle dune, perdendo tutto il vantaggio conquistato nelle tappe precedenti.
Tappa 9
Il risultato non è mai certo sino alla fine dell’ultima prova speciale ed al passaggio sul podio finale. Aspetto questo cha abbiamo potuto constatare con la sfida tra i camion nei giorni scorsi.
La penultima tappa non è da meno, infatti è la giornata in cui le dune e la sabbia dominano su ogni cosa. 291km di prova cronometrata ed un percorso complessivo di 501km hanno portato il villaggio ambulante del Silk Way Rally da Alashan a Jiayuguan. Attraversare le maestose dune del Deserto dei Gobi ha un fascino inenarrabile. Ed a tal proposito il Silk Way Rally è la competizione che meglio offre questa opportunità nel mondo corsaiolo off road. La seconda parte della tappa è stata caratterizzata da dunette più basse e quindi piste sabbiose dove non sono mancati salti e dossi naturalmente.
Tappa 10 – the end
E come ogni cosa anche questa stupenda avventura è giunta all’ultimo giorno. La tappa finale da Jiayuguan a Dunghuang era di 556km con una prova cronometrata di 255km. Tutto questo attraverso il Deserto dei Gobi, con un arrivo ai piedi della catene montuose più alte del Paese dove sulle vette in lontananza si scorge ancora il bianco della neve. Una magia unica, un’esperienza che ha appassionato ogni singolo pilota presente sia in moto, che quad; per non parlare delle auto e dei camion. I trofei della Tigre Bianca vanno a Sam Sunderland per le moto; Nasser Al Attiyah e Mathieu Baumel per le auto, Anton Shibalov sul Kamaz per i camion.
Tutte le classifiche sono disponibili sul sito www.silwayrally.com