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Turkmen Desert Race

Turkmen Desert Race

Si è appena concluso il Turkmen Desert Race, gara organizzata in Turkmenistan per la prima volta e soggetta a supervisione FIA per entrare nel mondiale FIA Cross Country dal prossimo anno. Una settantina di veicoli si sono presentati ai nastri di partenza. Tra costoro il vincitore Nani Roma con la Mini X Raid, ed anche due equipaggi italiani: i Gemelli Aldo e Dario De Lorenzo con la BMW e Stefano Marrini, Roberto Musi su Toyota.

La Gara

Il percorso del Turkmen Desert Race prevedeva cinque giornate attraverso un paesaggio desertico molto suggestivo, le tappe piuttosto dure e difficili; tanta sabbia e tanta navigazione hanno creato diversi problemi, che sono tipici delle competizioni cross country, ma in Turkmenistan le cose sono state di gran lunga più difficili per i nostri portacolori che abbiamo raggiunto al telefono.

 

Perché avete deciso di partecipare al Turkmen Desert Race?

Gemelli De Lorenzo: Siamo andati a questa gara perché siamo già iscritti all’Africa Eco Race e quindi l’iscrizione era praticamente gratis, essendo lo stesso organizzatore.

Stefano Marrini, Roberto Musi: volevamo provare una gara nuova e diversa, poi guardano i costi di iscrizione ed il trasporto del mezzo ci siamo convinti.

Il Rally vi è piaciuto, pensate di partecipare nuovamente?

Gemelli De Lorenzo: Il Turkmen Desert Race  non ci è piaciuto perché l’organizzazione è scandalosa; a questo punto abbiamo dei dubbi anche sull’Africa Eco Race.

Stefano Marrini: no non mi è piaciuto nel complesso, l’organizzazione è stata un disastro. A tornare non ci penso proprio, non voglio nemmeno più sentire il nome di quell’organizzazione

Roberto Musi: il paesaggio ed il tracciato molto belli, ma l’organizzazione una vera catastrofe.

Ci descrivete un po’ il percorso ed il bivacco?

Gemelli De Lorenzo: Il percorso era bello, con tantissima sabbia; la prima tappa veramente molto dura, infatti si sono ritirati 25 veicoli su circa 70 partiti. I bivacchi erano tutti molto coreografici, con belle tende, e buon cibo a disposizione, la coreografia era incredibile, la gente gentile.

Stefano e Roberto: bivacchi perfetti, puliti e completi, una sorta di prigione a 5 stelle, con musica e spettacoli folcloristici, la cena di gala incredibile. Il percorso stupendo, molto impegnativo e molto tecnico, tanta tanta sabbia.

Quali sono stati i problemi più significativi, meccanici, di comunicazione od altro?

Gemelli De Lorenzo: Tutti, il primo giorno abbiamo rotto la pompa della benzina, siamo stati fermi nel deserto 11 ore!! La motivazione: i nostri veicoli assistenza non potevano venire a prenderci;  l’organizzazione ha sempre costretto tutti i mezzi assistenza ad andare da un bivacco all’altro in convoglio scortati dai militari. C’era un solo camion balais che una volta recuperato un veicolo andava a portarlo al bivacco e riprendeva il percorso……

Abbiamo pagato cauzioni e noleggio per 3 “Iritrack” ma di verità non servivano, poiché i mezzi assistenza erano praticamente sequestrati e dopo 9 ore di deserto abbiamo usato il nostro dell’auto di gara, anche con l’assistenza medica, ma nessuno ha risposto, poi altre 2 ore dopo è arrivato il camion balais. Non abbiamo, però, potuto riparare l’auto fino all’ultimo giorno di gara, poiché una volta che il camion ha caricato la nostra macchina, nessuno sapeva dove fosse finita, ed è arrivata al bivacco 3 giorni dopo.

Un’altra cosa terribile è stato il fatto che dal bivacco non si poteva uscire, non è stato possibile nemmeno andare a dormire in albergo, avevamo prenotato dall’Italia prima di partire un albergo e quando ci siamo arrivati, il primo giorno, abbiamo trovato la Polizia ad attenderci e ci ha portato tutti al bivacco.

Prima di partire, in effetti è stato difficile comunicare con l’organizzazione per avere molte informazioni dettagliate, tipo questa del divieto di soggiornare in albergo ed altre ancora.

Quali sono stati i problemi più significativi, meccanici, di comunicazione od altro?

Stefano e Roberto: Siamo stati segregati nei bivacchi per 7 giorni; si i bivacchi erano bellissimi, molto coreografici, ma pur sempre una sorta di prigione, visto che non era possibile uscire per andare a prendere carburante o qualsiasi altra cosa.

Ogni mattino alle 4 venivano a battere alle porte delle tende e buttar fuori tutti, stile caserma militare, anche se la partenza magari era alle 10. La parte di classifiche ed informazioni sul Rally era totalmente inesistente, impossibile avere informazioni. Anche prima di partire non avevamo avuto molte notizie su dove sarebbero stati i bivacchi, come organizzarsi per dormire ecc. In sostanza per me (Stefano Marrini) è stata la peggior gara alla quale abbia mai partecipato. Noi siamo stati 26 VENTISEI ore nel deserto con l’auto in panne prima che qualcuno si ricordasse di noi, e nonostante l’Iritrack accesso nessuno ha mai risposto.

Pensate che i Turkmen Desert Race entrerà nel calendario FIA Cross Country per il prossimo anno?

Gemelli De Lorenzo: veramente non è una gara da mondiale, ma in fondo bisognerà vedere che influenza ha Schlesser in FIA.

Stefano e Roberto: dipende tutto dai contatti che Schlesser ha in FIA e da cosa dirà l’osservatore Fia che era presente e che ha visto sicuramente l’aspetto spettacolare della gara; ma meno gli aspetti legati alla sicurezza ed alla totale disorganizzazione.

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